La pittura è una disciplina. Creare collegamenti tra diverse discipline è la mia ricerca. Pratico in pittura forme di assemblaggio e sovrapposizione. Per comporre uso materiali preesistenti come reperti fotografici/biografici, tessuto, pagine di un vecchio panlessico, legno. Per ottenere stratificazioni di materie lavoro con la spatola gesso, caolino e terre. Tra i diversi frammenti cerco un incontro, attuando soluzioni che verifico nel momento stesso in cui li vedo in azione.
Ho costruito un dispositivo che rompe la superficie di proiezione, spezzando le immagini e trasformando la bidimensionalità del film nella tridimensionalità dello spaziofilm per provare a raggiungere la quarta dimensione, quella della memoria.
In vista di una mostra da realizzare nella prossima primavera sperimento un’espansione della tavola che esce di propri confini originari per dilatarsi nello spazio circostante…
Questi lavori (Revenant) sono legati al teatro. Compaiono istantanee che vanno dal 1980 al 1989. I fili tengono unito un racconto di parole mute. I fili accompagnano la trasformazione da teatro a pittura.
Nell’istantanea, un cantiere in costruzione. Casa di via Antica Romana di Pegli. Fine anni 50. Nella macchina fotografica il rullino da impressionare. Se non fai andare avanti il rullino con un gesto quasi automatico della mano, agendo sulla levetta della macchina, imprimi una nuova immagine su quella preesistente. Questo è successo. A rullino stampato l’immagine […]
Le campiture lisce si alternano alle aree grinzose, le macchie alle squadrature, i fili alle pennellate o ai tratti di carboncino, secondo un’accurata e ben studiata ritmicità, dove ritroviamo – al di là del caso e del caos – il sapiente controllo dell’artista, la necessità di dosare e di sottrarre…(Bruno Di Marino)
Infine ecco l’omino ad abitare il tutto. Presenza presente si fa strada come un equilibrista tra le pieghe del passato, cerca la sua linea di fuga e intanto abita l’opera.